Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è il documento che il Governo italiano ha predisposto per illustrare alla Commissione europea in che modo il Paese intende investire le risorse economiche di Next Generation EU (NGEU): lo strumento introdotto dall’Unione Europea per rilanciare l’economia degli Stati membri in ottica verde e digitale in seguito alla pandemia da Covid-19.
Next Generation EU ha come principali componenti il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF) e il pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa (REACT-EU).
Considerando anche i fondi REACT-EU, il PNRR predisposto dal Governo italiano prevede circa 15 miliardi di euro di investimenti a favore di università, istituzioni di Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (AFAM), ricerca fondamentale e applicata, e processi di innovazione e trasferimento tecnologico.
La ricerca costituisce infatti una delle componenti essenziali della missione 4 – “Istruzione e Ricerca” – attraverso la quale il PNRR si pone l’obiettivo di rafforzare le condizioni per lo sviluppo di un’economia ad alta intensità di conoscenza, di competitività e di resilienza, a partire dal riconoscimento di alcune criticità del nostro Paese. Tra queste: il basso livello di spesa in ricerca e sviluppo (decisamente inferiore rispetto alla media OCSE), il basso numero di ricercatori, la perdita di talenti, la ridotta domanda di innovazione e la limitata integrazione dei risultati della ricerca nel sistema produttivo.
Il Ministero dell’Università e della Ricerca è impegnato in entrambe le Componenti della Missione 4: Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle Università (M4C1) e Dalla ricerca all’impresa (M4C2). La Missione poggia su alcuni assi portanti che costituiscono gli obiettivi strategici del PNRR nel settore dell’istruzione e della ricerca italiana, tra cui: la riforma e l’ampliamento dei dottorati di ricerca, il rafforzamento della ricerca e la diffusione di modelli innovativi per la ricerca di base e applicata condotta in sinergia tra università e imprese, il sostegno ai processi di innovazione e trasferimento tecnologico, il potenziamento delle condizioni di supporto alla ricerca e all’innovazione.
In relazione alla riforma dei dottorati di ricerca, l’intento del PNRR è quello di accrescere il numero delle borse di studio, semplificare le procedure per il coinvolgimento di imprese e centri di ricerca, contrastare la cosiddetta fuga di cervelli (brain drain) e rafforzare le misure dedicate ai percorsi di dottorato non finalizzati alla carriera accademica. È inoltre previsto il potenziamento del numero di borse di dottorato nel campo dei beni culturali e della pubblica amministrazione. La somma totale prevista dal PNRR a favore dei dottorati di ricerca, integrato con i fondi REACT-EU, è pari a 1,51 miliardi di euro, a cui potrebbero aggiungersi ulteriori co-finanziamenti da parte di privati.
In merito al rafforzamento della ricerca, le misure mirano a potenziare le attività di ricerca di base e industriale, favorendo la ricerca aperta e multidisciplinare, stimolata dalla curiosità e dall’approccio scientifico, nonché la ricerca finalizzata ad affrontare sfide strategiche per lo sviluppo del Paese. Tra queste misure sono previsti il sostegno al Programma Nazionale per la Ricerca (PNR) 2021–2027 e ai Progetti di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN), il programma dedicato ai giovani ricercatori sul modello dei bandi European Research Council (ERC); i partenariati allargati tra università, centri di ricerca e imprese; la creazione di “campioni nazionali di R&S”, ossia centri di ricerca nazionali selezionati con procedure competitive nel campo delle tecnologie abilitanti (Key Enabling Technologies); e il supporto agli ecosistemi dell’innovazione, ossia luoghi di contaminazione tra università, centri di ricerca e società, definiti sulla base delle vocazioni territoriali.
Le misure a favore della ricerca nel PNRR si propongono inoltre di sostenere i processi di innovazione e trasferimento tecnologico, incoraggiando l’uso sistemico dei risultati della ricerca e potenziando le condizioni abilitanti allo sviluppo di attività di ricerca e innovazione. A favore di quest’ultimo intervento si pone il “Fondo per la realizzazione di un sistema integrato di infrastrutture di ricerca e innovazione”, il quale mira a facilitare l’osmosi tra la conoscenza scientifica generata nelle infrastrutture di ricerca e il settore economico.
Propedeutica alle misure del PNRR nella componente “dalla ricerca all’impresa”, infine, è la riforma per la semplificazione e la mobilità – implementata dal Ministero dell’Università e della Ricerca e dal Ministero dello Sviluppo Economico – orientata alla semplificazione della burocrazia nella gestione dei fondi dedicati alle attività di ricerca pubblico-privata e a sostenere la mobilità reciproca di figure di alto profilo (ad esempio ricercatori e manager) tra Università, infrastrutture di ricerca e aziende.