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L’Universo come non l’avevamo mai visto, le spettacolari immagini del James Webb Space Telescope

Con la pubblicazione, il 12 luglio scorso, delle prime cinque spettacolari immagini “a colori” catturate dal James Web Space Telescope (JWST) – l’osservatorio orbitante della NASA gestito in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e l’Agenzia spaziale canadese – si è aperta una nuova era per l’osservazione astronomica.

Protagonisti di queste prime immagini, presentate in una conferenza stampa della NASA in diretta, sono:

1) L’ammasso di galassie della regione di cielo SMACS 0723. Il telescopio della NASA ci ha regalato l’immagine a infrarossi più nitida dell’universo lontano. Il primo “campo profondo” di Webb è l’ammasso SMACS 0723, che pullula di migliaia di galassie, compresi gli oggetti più deboli mai osservati nell’infrarosso.

2) L’esopianeta Wasp-96b. JWST ha catturato l’impronta distinta di acqua, insieme a tracce di nubi e foschia, nell’atmosfera che circonda un pianeta gigante gassoso, caldo e gonfio, in orbita attorno a una lontana stella simile al Sole.

3) Una panoramica della Nebulosa della Carena. Il suggestivo paesaggio di “montagne” e “valli” punteggiate di stelle scintillanti catturato dallo strumento è in realtà il bordo di una vicina, giovane regione di formazione stellare chiamata NGC 3324 nella Nebulosa della Carena.

4) Il Quintetto di Stephan. Le informazioni raccolte dal JWST su questo raggruppamento visivo di cinque galassie forniscono nuovi spunti su come le interazioni galattiche possano aver guidato l’evoluzione delle galassie nell’universo primordiale.

5) L’Anello del Sud. Il Telescopio ha catturato i dettagli di una stella morente, offrendoci l’immagine di una nebulosa planetaria catalogata come NGC 313, a circa 2500 anni luce da noi.

La straordinarietà degli scatti consiste, più che nei soggetti ritratti, nella loro qualità e nell’altissimo livello di dettaglio raggiunto, che dimostrano in modo inequivocabile l’eccezionale potenza del James Webb Space Telescopee il suo ingresso nella fase di piena operatività scientifica.

“Le prime immagini realizzate dal James Webb Space Telescope”, ha commentato il presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), Marco Tavani “ci confermano le straordinarie potenzialità di questo strumento spaziale: nebulose, galassie, ammassi di galassie, che ci appaiono con un livello di dettaglio mai visto prima. Ma dopo lo stupore, inizia la fase per cui Webb è stato realizzato: fare scienza e aiutarci a conoscere meglio il nostro universo”. Il Presidente dell’INAF ha poi ricordato l’importante coinvolgimento dell’Italia in questa impresa scientifica. “L’Istituto nazionale di astrofisica è fortemente coinvolto negli aspetti scientifici di questa missione” – ha aggiunto Tavani – “I ricercatori e le ricercatrici dell’INAF coordinano sette programmi tra quelli che utilizzeranno i primissimi dati raccolti dal JWST durante il primo anno di osservazioni. Altre ne seguiranno. Attualmente, l’Italia è presente in oltre 40 programmi scientifici e ha a disposizione oltre 1500 ore di tempo osservativo sull’avveniristico osservatorio spaziale. In particolare, l’INAF con il telescopio spaziale Webb studierà le nane brune – corpi celesti a metà tra pianeti e stelle –, la nascita di stelle in ambienti estremi, l’origine dei potenti getti di materia durante la formazione stellare, come si formano le galassie più massicce dell’universo, il ruolo dei buchi neri supermassicci nell’evoluzione galattica e la prima, elusiva generazione di stelle del cosmo. La nostra comunità è orgogliosa di essere parte attiva in questa straordinaria missione”.

Lanciato il 25 dicembre 2021 dalla Guyana Francese, JWST si trova a 1,5 milioni di kilometri dalla Terra. La sua missione sarà quella di studiare tutte le fasi dei 13,5 miliardi di storia cosmica, partendo dal nostro sistema solare per giungere fino alle galassie osservabili più distanti nell’universo primordiale.

Sito web di JWST

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