Indagare l’associazione tra l’aderenza alla dieta mediterranea e i sintomi depressivi nella
popolazione anziana: questo l’obiettivo dello studio NutBrain (Nutrition, gUT microbiota, and
Brain AgING) condotto dall’Istituto di tecnologie biomediche del CNR (CNR-ITB) in
collaborazione con l’Istituto neurologico nazionale a carattere scientifico – IRCCS Fondazione
Mondino.
Nella ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista British Journal of Nutrition, sono stati
arruolati circa 800 anziani di età compresa tra 65 e 97 anni residenti nella regione Lombardia. Il
rischio di sviluppare i sintomi della depressione aumenta con l’età e riguarda principalmente le
donne. In letteratura sono disponibili dati che mostrano un’associazione tra la dieta mediterranea e
un minor rischio di depressione nell’adolescenza e nell’età adulta, ma i dati relativi alla popolazione
anziana (≥65 anni) sono scarsi.
Lo studio ha riscontrato che una buona aderenza alla dieta mediterranea, basata su un elevato
consumo di frutta e verdura, cereali integrali, pesce, olio d’oliva e un basso consumo di alimenti
di origine animale, riduce significativamente la probabilità di avere sintomi depressivi del 54,6%
mostrando, in particolare, un’associazione inversa e statisticamente significativa tra il consumo di
pesce e l’aumento del rapporto tra gli acidi grassi monoinsaturi/acidi grassi saturi, solo nelle donne.
Anche se saranno necessari ulteriori studi per comprendere meglio i meccanismi biologici
sottostanti, questi risultati confermano l’importanza di una dieta sana ed equilibrata nella
prevenzione dei disturbi mentali, in particolare nella popolazione anziana.