A mettere a punto il cerotto multistrato e biodegradabile che cura le lesioni della pelle grazie a un unguento brevettato, incorporato nelle sue nanofibre, è stato un gruppo di ricercatori dell’ENEA e del suo spin off, Nanofaber. L’obiettivo di questa innovazione, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Pharmaceutics, è quello di ridurre la frequenza delle medicazioni, il dolore e il rischio di infezioni.
Per la realizzazione delcerotto, come sottolineato da Antonio Rinaldi, ricercatore ENEA e co-fondatore di Nanofaber, «è stata impiegata una tecnica innovativa, chiamata elettro filatura o electrospinning». Si tratta di un processo produttivo usato in ambito industriale scientifico che serve «a produrre membrane nanostrutturate che consentono di incapsulare il medicamento e di rilasciarlo in modo graduale e controllato, una volta a contatto con la ferita».
Nel dettaglio, il prototipo del cerotto è composto, nei due lati esterni, da un materiale sintetico biocompatibile usato in ambito medico; mentre, nello strato interno, è presente un fitounguento per la rigenerazione della pelle lesionata, brevettato dall’ENEA. «Per poter sfruttare al meglio il meccanismo rigenerativo dell’unguento o semplicemente aumentarne il campo di applicazioni abbiamo studiato strategie innovative per controllarne il rilascio graduale e ottimale rispetto alle fasi di rigenerazione del tessuto cutaneo. Grazie alla collaborazione con Nanofaber è nato un nuovo concept di cerotto biomedico che conserva le proprietà terapeutiche dell’unguento e ne garantisce una migliore biodisponibilità attraverso il rilascio graduale, molto utile per una più efficace e corretta gestione della guarigione delle lesioni cutanee. E a breve dovremmo passare a una sperimentazione preclinica per valutarne l’efficacia anche in vivo», ha spiegato Anna Negroni, ricercatrice del Laboratorio ENEA di Tecnologie biomediche.
Per verificare l’efficienza di incapsulazione e di rilascio del principio attivo da parte del cerotto, i ricercatori hanno effettuato accurate indagini spettroscopiche e cromatografiche. La validazione dell’efficacia terapeutica, invece, è stata condotta mediante test in vitro. Come specificato dai ricercatori, i risultati dimostrano che il fitounguento elettrofilato non produce effetti negativi sulla vitalità cellulare bensì è in grado di migliorare l’efficacia di guarigione della ferita.