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Biodiversità: nasce il centro nazionale per la ricerca, coordinato dal CNR

Con la firma dell’atto costitutivo nasce il National Biodiversity Future Centre (NBFC): una rete di 48 partner coordinata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), costituta attorno al tema prioritario della biodiversità.

L’iniziativa – la più ambiziosa mai messa in campo sul tema, a livello nazionale, nel settore della ricerca e dell’innovazione– è nata in risposta all’Avviso pubblico per il Potenziamento di strutture di ricerca e la creazione di “campioni nazionali” di Ricerca e sviluppo su alcune tecnologie chiave abilitanti, pubblicato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR).

Il progetto si avvia ora diventare uno dei 5 centri nazionali per la ricerca previsti nell’ambito della Componente 2 “dalla ricerca al business” della quarta Missione “Istruzione e Ricerca” del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Ai centri nazionali per la ricerca di filiera il PNRR ha destinato un totale di 1,6 miliardi di euro.

L’iniziativa prende corpo in un momento critico per la sostenibilità e la tutela della biodiversità. L’incremento progressivo della popolazione – raddoppiata a livello mondiale negli ultimi 50 anni – unito alle aspirazioni per livelli sempre maggiori di standard di qualità della vita hanno determinato una pressione costante e crescente sulla biodiversità, che si è tradotta in sovra-sfruttamento degli ecosistemi, alterazione climatica globale ed estinzione delle specie.

Dal canto suo l’Italia, nonostante la ricchezza in specie endemiche e la grande variabilità ecologica degli habitat, che la rendono Hot Spot di biodiversità del Mediterraneo, ha subito consistenti perdite e fenomeni di erosione della biodiversità: circa il 45% delle specie animali e quasi il 55% delle specie vegetali sono a rischio di estinzione, così circa il 30% degli habitat, soprattutto a causa di fattori antropici e ambientali connessi. L’alto tasso di estinzione di specie, abbinato alla perdita e frammentazione di ambienti come la macchia mediterranea in ambito terrestre e le praterie di fanerogame in ambito marino sono fenomeni irrecuperabili, con un impatto devastante anche sulle risorse naturali e i cicli degli elementi.

Per contrastare l’emergenza attuale e riportare l’azione dell’uomo ad un livello di sostenibilità, è necessario intervenire con strumenti appropriati, basati su solide conoscenze scientifiche e tecnologiche, capaci di rispondere alle disposizioni europee previste per il 2030: ridurre la perdita di biodiversità del 30% e recuperare per almeno il 15% gli equilibri ecosistemici mediante azioni di ripristino ecologico degli habitat. Da qui l’opportunità di utilizzare i fondi previsti dal PNRR per arginare la perdita di biodiversità, agendo velocemente sui diversi livelli di organizzazione biologica.

Attraverso la capacità di aggregare la ricerca scientifica nazionale di eccellenza, NBFC intende monitorare, preservare e ripristinare la biodiversità negli ecosistemi marini, terrestri e urbani della Penisola, valorizzare la biodiversità e renderla un elemento centrale su cui fondare lo sviluppo sostenibile. All’insegna di questi obiettivi, il Centro si propone di raggiungere i seguenti risultati:

  • fornire strumenti efficaci ai decisori politici per contrastare l’erosione della biodiversità (conservazione e ripristino), quantificare i servizi ecosistemici e realizzare azioni volte alla conservazione e ripristino della biodiversità in tutto il Mediterraneo;
  • individuare soluzioni tecnologiche innovative per raggiungere i target del Green Deal legati alla capacità di sequestro di carbonio degli ecosistemi, alla conservazione della biodiversità e ai principi dell’economia circolare;
  • formare una nuova classe di ricercatori con competenze multidisciplinari capaci di affrontare temi complessi come quello dell’ambiente e della biodiversità;
  • posizionare l’Italia come paese di riferimento per lo studio e la conservazione della Biodiversità anche attraverso la formazione di nuovi professionisti e green job;
  • creare nella società civile consapevolezza e partecipazione nei confronti della tutela e valorizzazione della biodiversità.

Il Centro sarà strutturato secondo l’impostazione Hub&Spoke prevista dal PNRR con un punto centrale, l’Hub, avente sede nel capoluogo siciliano, presso l’Università degli Studi di Palermo, e 8 nodi distribuiti su tutto il territorio nazionale.

Sono coinvolti, in qualità di partner, oltre al CNR: l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS), la Stazione Zoologica Anton Dohrn (SZN), il Politecnico di Milano, l’Università degli Studi del Molise, l’Università degli Studi della Tuscia, l’Università degli Studi di Firenze, l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, l’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’Università degli Studi di Palermo, l’Università degli Studi di Pavia, l’Università degli Studi di Roma La Sapienza, l’Università degli Studi di Sassari, l’Università degli Studi di Salerno, l’Università degli Studi di Siena, l’Università degli Studi di Udine, l’Università degli Studi di Verona, l’Università degli Studi Roma Tre, l’Università del Salento, l’Università di Bologna. l’Università di Genova, l’Università di Padova, l’Università Politecnica delle Marche, l’Università di Torino, Aboca SPA Società Agricola, CINECA, CMCC – Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, CORILA, CREA Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, Dompé farmaceutici S.p.A., ENEA, ENEL, ERSAF – Ente di Ricerca Scientifica ed Alta Formazione, Fondazione CIMA – Centro Internazionale in Monitoraggio Ambientale, Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, Fondazione IMC Centro Marino Internazionale ONLUS, Fondazione Ri.MED, FS Sistemi Urbani, HUMANITAS UNIVERSITY, Infrastrutture S.p.A., Innomed srl, Istituto Italiano di Tecnologia, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Novamont S.p.A., Università Campus Bio-Medico di Roma, Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna e Università Cattolica del Sacro Cuore.

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