Lo scorso 20 febbraio, il Centro Comune di Ricerca (JRC) della Commissione europea, nel suo ultimo rapporto “Siccità nel Mediterraneo – Gennaio 2024”, ha lanciato l’allarme siccità nell’area mediterranea. Sebbene si tratti di eventi che hanno interessato il vecchio continente negli ultimi due anni, le persistenti temperature da record registrate nell’area e il loro impatto sull’agricoltura, sugli ecosistemi, sulla disponibilità di acqua potabile e sulla produzione di energia hanno messo in allarme l’Europa facendo aumentare anche il rischio di incendi a causa della ridotta umidità del suolo.
A causare tale allarme, a pochi mesi dall’inizio del 2024, è il fatto che nel bel mezzo dell’inverno sono state registrate temperature prolungate superiori alla media e precipitazioni scarse, come segnalato dall’Osservatorio europeo sulla siccità (EDO) gestito dal JRC. Nemmeno le previsioni stagionali di breve periodo lascerebbero ben sperare in quanto si prevede una primavera 2024 più calda della media rispetto ai record a lungo termine.
L’analisi, svolta dai ricercatori, mostra che i periodi caldi tra settembre e dicembre 2023 hanno portato a temperature superiori alla media, facendo registrare un inizio anno che è stato dichiarato come il più caldo mai registrato.
In Italia, a soffrire tale siccità persistente sono soprattutto i bacini idrici della Sicilia, attualmente al di sotto del livello di allerta, tanto che potrebbe essere necessario il razionamento dell’acqua per garantirne i servizi minimi. In Sardegna, invece, si stima che i bacini idrici conterranno meno del 50% della loro capacità registrata nel dicembre 2023.
Secondo il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) dell’ONU, le ondate di caldo e la siccità diventeranno più frequenti e gravi nei prossimi decenni nel bacino del Mediterraneo con una forte riduzione delle precipitazioni. In tale contesto, il rapporto del JRC vuole sottolineare l’importanza di applicare immediate strategie di mitigazione del clima e adattamento per la gestione dell’acqua al fine di ridurre il più possibile gli effetti della siccità. Gli investimenti in sistemi di allerta precoce sulla siccità, l’aumento dell’efficienza idrica delle tecnologie esistenti e nuove, il passaggio a colture più resistenti alla siccità e il miglioramento dell’accesso alle risorse idriche sono cruciali per migliorare la preparazione e la resilienza della comunità. A tal fine, i partner del JRC e dell’Osservatorio europeo per la resilienza e l’adattamento alla siccità (EDORA) hanno collaborato allo sviluppo del primo Atlante europeo del rischio di siccità, volto a valutare il rischio di siccità utilizzando tecnologie innovative.
In ogni caso la gestione della siccità rimarrà complessa e un approccio pragmatico alla gestione delle crisi e alla pianificazione dell’adattamento richiederà un costante lavoro di osservazione degli impatti su suolo, vegetazione, risorse idriche e comunità in senso più generale.
Approfondimenti sul rapporto “Siccità nella regione del Mediterraneo – Gennaio 2024” disponibili al seguente link.