In una recente intervista al TG LEONARDO, il ricercatore Fabio Matano, della sede di Napoli dell’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISMAR-CNR), ha fatto una panoramica sullo stato di salute delle coste italiane. In particolare, si è soffermato sui dati più recenti forniti dall’ISPRA per illustrare come le nostre coste stiano soffrendo problemi evidenti di erosione e franosità.
In Italia, infatti, ci sono circa 8.179 km di costa, suddivisi tra costa alta, costa bassa e costa antropizzata. Nei km di costa bassa (57,5 % del totale), sebbene la lunghezza dei tratti in arretramento sia inferiore a quella dei tratti in avanzamento, le superfici erose dal mare risultano avere un’area di circa 1,5 kmq. Le regioni maggiormente interessate sono la Basilicata, la Sicilia e la Sardegna. Al contempo, nei km di costa alta (32,5 % del totale), sono stati registrati 4135 fenomeni franosi nel solo 2020 e hanno interessato le coste di Liguria, Marche, Abruzzo, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna.
Nonostante le coste siano degli ambienti fisici altamente dinamici, in quanto risentono sia dei processi marini che terrestri, tali processi di instabilità sono amplificati dal cambiamento climatico in atto e contribuiscono all’arretramento dei fronti delle falesie.
Il riscaldamento globale ha poi fatto innalzare il livello medio globale del mare, aumentato di 20 ± 5 cm tra il 1901 e il 2018, con tassi crescenti negli ultimi due decenni. Tale innalzamento, destinato ad aumentare ancora nei prossimi anni (da 30 a 80 cm nel 2100), sta comportando un ulteriore aggravio negativo sull’aumento dell’erosione e delle frane costiere. L’intensità delle mareggiate potrebbe ancora aumentare impattando duramente sulle regioni pianeggianti lungo le coste continentali e insulari.
Secondo gli ultimi dati dell’European Environment Agency (EEA) circa il 30% delle coste europee mediterranee risulta attualmente in erosione. Sebbene in Italia circa il 75% dei 1.291 km di costa protetta con opere di difesa rigide risulta oggi caratterizzata da efficaci opere protettive, è necessario mantenere alta l’attenzione sui processi erosivi costieri e studiare in maniera sempre più approfondita e interdisciplinare i processi di evoluzione delle coste in modo da essere pronti ai nuovi scenari indotti dai fenomeni collegati ai cambiamenti climatici.