Dal 2016 al 2023 le prestazioni dell’Unione Europea in materia di innovazionesono aumentate, tuttavia nell’ultimo anno, rispetto al precedente, la crescita ha seguito un ritmo più lento. È quanto emerge dall’ultimo European Innovation Scoreboard: il rapporto che annualmente scatta una fotografia sullo stato della ricerca e innovazione dei paesi europei e nel contesto internazionale.
In particolare, l’EIS distribuisce gli Stati membri dell’UE – sulla base delle performance conseguite – in quattro grandi gruppi: leader dell’innovazione, innovatori forti, innovatori moderati e innovatori emergenti.
Nel primo gruppo, contrassegnato da tassi di innovazione significativamente elevati rispetto alla media europea, spicca la Danimarca – prima in classifica – seguita da Svezia, scesa quest’anno in seconda posizione dopo aver mantenuto il primato per diversi anni, e poi da Finlandia, Paesi Bassi e Belgio. Austria, Germania, Lussemburgo, Irlanda, Cipro e Francia compongono il gruppo degli innovatori forti, con prestazioni al di sopra della media europea. Mentre gli innovatori moderati sono costituiti da Estonia, Slovenia, Repubblica Ceca, Italia, Spagna, Malta, Portogallo, Grecia e Ungheria. Infine Croazia, Repubblica Slovacca, Polonia, Lettonia, Bulgaria e Romania restano nel gruppo degli innovatori emergenti.
La collocazione degli Stati membri nei diversi gruppi è rimasta sostanzialmente inalterata. Più in generale, il Rapporto evidenzia come negli ultimi otto anni le differenze di prestazioni tra i Paesi europei si siano ridotte, maggiormente tra gli innovatori forti e tra quelli moderati. Tuttavia la distribuzione nei quattro gruppi risulta ancora concentrata a livello geografico: l’Europa settentrionale e quella occidentale ospitano perlopiù i leader dell’innovazione e gli innovatori forti, mentre gli Stati appartenenti al gruppo degli innovatori moderati e di quelli emergenti sono situati per la maggior parte nelle regioni meridionali e in quelle orientali del continente.
Lo European Innovation Scoreboard si sofferma anche sul posizionamento europeo nel contesto internazionale, evidenziando come l’UE abbia colmato parte del suo divario rispetto alla Corea del Sud – il Paese che nel 2023 ha conseguito le migliori prestazioni in termini di innovazione – nonché al Canada, agli Stati Uniti e all’Australia.
Completano il Rapporto gli approfondimenti relativi ai singoli Stati membri, tra cui l’Italia, di cui vengono segnalati punti di forza e criticità.
Con prestazioni che si attestano attorno al 90,3% della media europea, il nostro paese si trova nella fascia alta degli innovatori moderati. Il tasso di crescita dell’innovazione qui è in aumento a una velocità maggiore di quella dell’UE e il divario rispetto agli altri paesi europei più avanzati si sta riducendo. I punti di forza del nostro sistema di ricerca e innovazione comprendono la produttività delle risorse, l’alto numero di pubblicazioni maggiormente citate nonché l’incidenza di co-pubblicazioni pubblico-private, mentre tra gli elementi di debolezza si annoverano una ridotta popolazione in possesso di un’istruzione di livello terziario, la scarsa mobilità lavorativa delle risorse umane occupate nel campo della scienza e tecnologia, così come una spesa in ricerca e sviluppo, nel settore delle imprese, ancora insufficiente.