Il percorso verso lo sviluppo di una nuova generazione di acceleratori di particelle compie un passo avanti con l’avvio di EuPRAXIA Advanced Photon Sources (EuAPS). Il progetto, coordinato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), mira alla realizzazione di una sorgente al plasma di radiazione di betatrone a raggi X, indotta e pilotata da laser, che entrerà in funzione presso i Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN.
Partecipano all’iniziativa, in qualità di partner, anche il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e l’Università di Roma “Tor Vergata”. In particolare, l’Istituto di Struttura della Materia del CNR metterà a punto strumenti avanzati di diagnostica dei fotoni con l’obiettivo di caratterizzare la radiazione di betatrone a raggi X, mentre l’ateneo romano fornirà la stazione finale, compatta e integrata per l’utente.
Come ha spiegato Antonio Falone, ricercatore dell’INFN e project manager di EuAPS: “La realizzazione del progetto contribuirà a consolidare la collaborazione tra gli enti di ricerca coinvolti, a potenziare le infrastrutture di ricerca dedicate e a sviluppare una comunità di utenti interessati a queste nuove sorgenti di radiazione”.
EuAPS potrà contare su oltre 22 milioni di euro di finanziamenti, messi a disposizione attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR). Tali risorse si aggiungono ai fondi stanziati a livello europeo e nazionale a sostegno del consorzio EuPRAXIA, impegnato nella realizzazione della prima infrastruttura di ricerca europea per l’accelerazione al plasma. L’obiettivo di questo grande progetto di rilevanza strategica, al cui interno si inserisce EuAPS, è aprire la strada a una nuova generazione di acceleratori basati su plasma e laser che promettono una significativa riduzione di costi e dimensioni rispetto ai dispositivi convenzionali.
Come ha commentato Ralph Assmann, coordinatore di EuPRAXIA: “EuAPS sarà il primo importantissimo mattone verso la realizzazione della facility europea EuPRAXIA”. “Queste infrastrutture” – ha concluso Pierluigi Campana, dell’INFN – “non solo forniranno un avanzamento nel nostro modo di concepire gli acceleratori del futuro, sia per la fisica fondamentale che per le applicazioni in campo medicale, industriale e dei beni culturali, ma avranno un impatto economico diretto nel tessuto industriale e sociale della regione Lazio, e più in generale, del Paese”.
