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Il MUR finanzia la 40a spedizione in Antartide per ricerche oceanografiche

La nave rompighiaccio da ricerca “Laura Bassi” è finalmente riuscita a raggiungere l’Antartide dopo circa dieci giorni di navigazione partendo dal porto di Lyttelton (Nuova Zelanda), per partecipare alla prima parte della 40° spedizione del Programma Nazionale di Ricerca. La spedizione è finanziata dal MUR, Ministero dell’Università e Ricerca, nell’ambito del PNRA, Programma Nazionale di Ricerche in Antartide.

L’obiettivo della spedizione. La missione delle 27 unità di personale tecnico e scientifico e dei 23 membri dell’equipaggio si concentra prevalentemente sul supporto scientifico e logistico alle missioni polari italiane e sulla ricerca oceanografica e geofisica dei ricercatori e della comunità scientifica internazionale. Il Programma è gestito dal CNR per il coordinamento scientifico, dall’ENEA per la pianificazione e l’organizzazione logistica delle attività presso le basi antartiche, e dall’OGS, Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale per la gestione tecnica e scientifica della nave, acquistata nel 2019. La nave oceanografica navigherà per 3 mesi nelle acque del Mare di Ross, finalizzando le attività di ricerca in un contesto climatico con 24 ore di luce al giorno e una temperatura che varia da 0 a -20 gradi. È prevista l’implementazione di 6 progetti finanziati dal PNRA, oltre ad attività in collaborazione con l’IIMM, Istituto Idrografico della Marina Militare e di supporto alla Base italiana in Antartide MZS, “Mario Zucchelli Station”. Nello specifico la missione si dividerà in due leg, ovvero in due campagne di ricerca:

  • Il primo leg, di 35 giorni, sarà dedicato a 3 progetti scientifici;
  • una volta conclusa la prima parte della missione, la nave farà rientro in Nuova Zelanda per un cambio di personale e ripartirà a fine gennaio per il secondo leg, che durerà 43 giorni e vedrà impegnate 32 persone per le attività di altri 3 progetti;

La nave trasporterà inoltre le carote di ghiaccio del progetto Beyond EPICA-Oldest Ice, coordinato dall’ISP, Istituto di Scienze Polari del CNR e, nel secondo periodo di attività, ospiterà due strumenti (mooring) dell’Università di Auckland (NZ), utili ai fini del progetto Glomar Challenger Through Exchange Experiment.

Il rientro al porto di Lyttelton è previsto per il 7 marzo 2025, e quello a Napoli è atteso nella seconda metà di aprile 2025. È possibile seguire la rotta della nave Laura Bassi; sulla mappa sono visibili gli aggiornamenti automatici, il tracciamento della rotta, le giornate di navigazione, i punti di interesse, le condizioni del vento, la concentrazione dei ghiacci.

La spedizione antartica assume nel 2025 un’importanza strategica per comprendere le attuali sfide scientifiche e climatiche, soprattutto nel contesto della “Decade delle Nazioni Unite sulla criosfera” e della conferenza di giugno a Milano dell’Antarctic Treaty Consultative Meeting.

I progetti a bordo.

IOPPIERS – Ice-Ocean Past and Present Interactions in the Eastern Ross Sea (OGS). L’obiettivo principale del progetto è indagare le interazioni passate e presenti tra ghiaccio, oceano e sedimenti nell’area dell’Hillary Canyon (Mare di Ross Orientale) per far luce sulla sensibilità della calotta glaciale Antartica ai cambiamenti climatici previsti per i prossimi secoli attraverso un’indagine geofisica, geologica e oceanografica integrata;IBIZA – Iron-BInding organic ligands – planktonic microbes interactions in coastal and offshore Zones of the ross sea, Antarctica (OGS). Ha lo scopo di approfondire le conoscenze sulle dinamiche di interazione tra ligandi organici del ferro e microrganismi planctonici (procarioti e protisti) nelle acque del Mare di Ross con un approccio multidisciplinare che combina misure fisico-chimiche classiche con l’utilizzo di tecniche di chimica analitica e biologia molecolare, sperimentazioni in situ e modellistica all’avanguardia;CSICLIC – Carbon and silica pelagic-benthic coupling processes in the Southern Ocean (Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del CNR- IRBIM). Il progetto intende studiare i processi che avvengono nei sedimenti marini subito dopo il loro deposito sul fondo dell’oceano. L’obiettivo principale è analizzare come l’anidride carbonica viene assorbita o rilasciata dai sedimenti marini e come il silicio viene incorporato in essi attraverso il fitoplancton; MYSTERO – Multidisciplinary study of enigmatic mounds in the East Antarctica offshore (Istituto di scienze marine del CNR-Ismar). Ha come scopo l’indagine di rilievi sottomarini osservati durante precedenti spedizioni sul margine della piattaforma continentale del Mare di Ross, al largo di Capo Adare. L’origine di queste strutture, alte decine di metri, larghe centinaia, osservati a profondità tra 400 e 1200 metri, è attualmente sconosciuta ma importante da studiare. I rilievi sottomarini, infatti, influenzano la circolazione marina, ospitano comunità biologiche specifiche, possono convogliare gas e fluidi profondi dai sedimenti alla colonna d’acqua e preservare informazioni paleoceanografiche;GLOB – The GLOmar Challenger Basin: a key area to study the inflow of CDW under the Ross Ice shelf and the connection of the eastern and western Ross Sea sectors (Università degli Studi di Napoli “Parthenope”). Il progetto studia il ruolo del bacino sottomarino Glomar Challenger (GCB) negli scambi d’acqua meridionali e zonali, utilizzando strumenti oceanografici autonomi e traccianti chimici per seguire le masse d’acqua dall’Antartide Occidentale e dall’Oceano Meridionale. L’obiettivo è comprendere meglio la circolazione delle acque e le interazioni ecologiche, migliorando la conoscenza degli ecosistemi polari e il ruolo del GCB nell’equilibrio ambientale globale;MORsea – Marine Observatory in the Ross Sea (Università degli studi di Napoli “Parthenope”, e Pasquale Castagno, Università degli Studi di Messina). Il progetto MORsea si svolge in continuità con progetti precedenti poiché si occupa della gestione della rete degli osservatori marini, una serie di strumentazioni oceanografiche che monitorano e forniscono dati sulle acque oceaniche, posizionati fin dal 1994 nel Mare di Ross.

Ministero dell'Università
e della Ricerca