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Infrastrutture strategiche, a Bologna l’hub sui big data e il centro dati meteo europeo

La ricerca di avanguardia nel campo del calcolo avanzato (HPC) e dello studio del clima può contare su un hub di rilevanza strategica a livello internazionale inaugurato a Bologna, che ha recentemente ospitato la visita della Commissaria europea per l’Innovazione, la Ricerca, la Cultura, l’Istruzione e la Gioventù, Mariya Gabriel, insieme al Ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, e al Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi.

L’innovativo Tecnopolo si sviluppa su oltre 120.000 metri quadri di superficie nell’area dell’ex Manifattura Tabacchi. La struttura è stata scelta come sede del nuovo data center dell’ECMWF, il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine: un organismo indipendente sostenuto da oltre 30 stati, tra cui l’Italia, che funziona come istituto di ricerca e al tempo stesso offre un servizio operativo 24 ore su 24 per la produzione e diffusione di previsioni meteorologiche numeriche ai paesi membri. Il Centro elaborerà dati provenienti da satelliti, stazioni a terra, boe marine, aerei e navi da ogni parte del mondo, fornendo informazioni cruciali per i servizi meteo nazionali e per la protezione civile.

“L’infrastruttura per i dati e il calcolo ad alte prestazioni del Centro ECMWF di Bologna è importante non solo come prospettiva di infrastrutture di livello mondiale, ma anche per sviluppare le conoscenze di punta affinché l’Europa continui a essere leader in materia di informazioni affidabili e autorevoli sui cambiamenti climatici” ha detto la Commissaria UE Mariya Gabriel in occasione della visita al Tecnopolo.

Del valore complessivo di 63 milioni di euro, la rilocazione dell’ECMWF è stata finanziata dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) con 43,5 milioni di euro e dalla Regione Emilia-Romagna con 19,5 milioni. Sempre il MUR contribuisce annualmente all’ECMWF con circa 10,5 milioni di euro.

Oltre al centro europeo di analisi meteo, il Tecnopolo di Bologna è la sede scelta per accogliere anche Leonardo, uno dei supercomputer più avanzati al mondo, attualmente in fase di costruzione, che proietterà l’Italia verso il calcolo per la ricerca e l’innovazione di classe exascale.

Gestito da un consorzio guidato da CINECA – il Consorzio Universitario per il Calcolo Automatico – a cui partecipano anche l’INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – e la SISSA – Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati – Leonardo è uno dei 7 supercomputer che daranno vita a EuroHPC, la prima rete di calcolo europea ad alte prestazioni, per la creazione di un ecosistema di supercalcolo di livello mondiale.

Il progetto – finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca con 120 milioni di euro distribuiti in sette anni (2019-2025) e dall’Impresa Comune EuroHPC Joint Undertaking con altri 120 milioni di euro – avrà ricadute in diversi ambiti: dalla gestione dei rischi legati a disastri naturali e pandemie, alla medicina predittiva; dallo sviluppo di nuovi materiali alla cybersicurezza; dalle previsioni meteo all’intelligenza artificiale.

“Consolidare i risultati raggiunti e affrontare adeguatamente le sfide di domani è fondamentale per un Paese come il nostro che punta ad avere una posizione di rilievo nella comunità scientifica internazionale – ha detto il Ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa. – Grazie agli investimenti nell’HPC, l’Italia potrà raggiungere una leadership riconosciuta in Europa e nel mondo, con particolare attenzione all’area del Mediterraneo. Al Tecnopolo possiamo rimarcare i principi che hanno ispirato l’Unione Europea. Grazie a Leonardo e alla rete europea HPC, l’Unione è più forte e più attrattiva: se agiamo in collaborazione e sorpassiamo i confini tra gli Stati membri, l’Europa diventa, a livello globale, un interlocutore più credibile, sempre in evoluzione per essere pronta alle sfide di domani”.

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