Inaugurato con un kick off meeting che si è svolto all’Università degli studi di Trieste, a cui il giorno dopo è seguita un’uscita dimostrativa in barca, il progetto BluEcho che mira a valutare l’inquinamento acustico sottomarino in diversi bacini marini (Mare Adriatico, Mare del Nord e Mar Baltico). È coordinato dall’Ateneo triestino (Dipartimenti DIA e DEAMS), dall’OGS, dalla Chalmers University of Technology – Goteborg (Svezia), dall’Institute of Marine Research – Bergen (Norvegia) e dall’Alfred Wegener Institute – Bremerhaven (Germania).
Nel dettaglio, il progetto si basa sulle linee guida per la definizione dei valori soglia dell’UE relativi al rumore continuo prodotto dall’uomo in acqua e intende ampliare il lavoro svolto da precedenti progetti europei (JOMOPANS, AQUO, SONIC, JONAS, QUIETSEAS). Attraverso un approccio multidisciplinare, BluEcho si concentra sull’interazione tra sorgente-mezzo e ricevitore piuttosto che su soluzioni unidirezionali. In questo modo, sarà possibile sviluppare un nuovo approccio specifico per la realizzazione numerica delle eliche, delle turbine e delle mappe acustiche su larga scala.
La metodologia sviluppata sarà utilizzata per valutare accuratamente lo stato attuale della salute del mare. Inoltre, in un secondo momento, permetterà ai ricercatori di concentrarsi sull’elaborazione di nuovi scenari in cui dovranno essere adottate misure di mitigazione. Infine, sarà valutata l’efficacia e la fattibilità economica delle misure di mitigazione attraverso l’implementazione di nuove aree protette. La valutazione costi-benefici sarà effettuata tenendo conto delle esigenze delle parti coinvolte, sia nel traffico navale sia nei parchi eolici.
