Espandere la nostra visione a raggi X del Cosmo, aiutandoci a investigare l’origine e il destino dell’Universo, è l’obiettivo dell’osservatorio IXPE, recentemente lanciato con successo nello spazio dal Kennedy Space Center in Florida, a bordo di un razzo Falcon 9 della società SpaceX. La missione, dal nome esteso Imaging X-Ray Polarimetry Explorer, è la prima interamente dedicata alla misurazione della polarizzazione dei raggi X.
Frutto di una collaborazione tra la Nasa e l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), IXPE utilizzerà una tecnologia tutta made in Italy, custodita in tre importanti strumenti caricati a bordo del satellite: innovativi telescopi finanziati dall’ASI e sviluppati da un team di scienziati dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF).
“La NASA e l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), gli Stati Uniti e l’Italia hanno una lunga tradizione di cooperazione bilaterale su missioni spaziali di successo e la missione IXPE rappresenta un altro esempio virtuoso della capacità italiana di lavorare con partner internazionali per la crescita delle attività spaziali a livello globale” – ha ricordato il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Giorgio Saccoccia. “Siamo particolarmente orgogliosi, inoltre, di essere riusciti a consegnare puntualmente l’innovativa strumentazione scientifica di IXPE, nonostante la sfida della pandemia: una vera dimostrazione di eccellenza del team italiano della missione. Adesso la parola passa alla scienza, a nuove scoperte rese possibili dall’impegno spaziale del nostro Paese!”, ha concluso il presidente dell’ASI.
L’elemento centrale attorno al quale ruotano i telescopi italiani è rappresentato dai tre Gas Pixel Detector: rivelatori di nuova generazione basati su una tecnologia sviluppata nell’arco di 15 anni che valorizza le competenze maturate dall’INFN nel campo della fisica delle particelle e l’esperienza accumulata dall’INAF nello studio dell’Universo nelle Alte Energie. Il “cuore” tecnologico dei rivelatori è un chip elettronico di lettura progettato e realizzato nei laboratori dell’INFN, funzionante come una sorta di macchina fotografica per tracce di elettroni di bassa energia.
Grazie all’innovativa tecnologia di cui dispone, l’Osservatorio spaziale potrà misurare l’immagine e l’energia delle sorgenti celesti e ricavare, per la prima volta, indicazioni dirette sulle caratteristiche dei campi elettromagnetici associati.
Il Satellite è stato posto su un’orbita equatoriale circolare a circa 600 km di quota con una
inclinazione di soli 0,2 gradi: in due anni, studierà principalmente nuclei galattici attivi, microquasar, pulsar e nebulose generate dal vento della pulsar, stelle magnetiche, binarie a raggi X in accrescimento, resti di supernova e il centro galattico.
La missione congiunta IXPE è parte del programma spaziale Small Mission Explorer (SMEX) della NASA. All’iniziativa l’ASI contribuisce gestendo la partecipazione italiana al programma e mettendo a disposizione della missione la base di Malindi in Kenya per il monitoraggio satellitare, supportata anche da Telespazio, e lo Space Science Data Center (SSDC) presso la sede dell’Agenzia a Roma, per le attività di elaborazione e analisi scientifica dei dati.