La sonda Jupiter Icy Moon Explorer (JUICE), dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), è partita alla volta di Giove e dei suoi satelliti con a bordo importanti strumenti sviluppati dal nostro Paese sotto la guida dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Il lancio è avvenuto con successo il 14 aprile scorso dallo spazioporto di Korou, nella Guyana Francese.
Per raggiungere l’orbita del gigante gassoso, la sonda impiegherà circa otto anni. Attorno al pianeta, essa effettuerà una serie di sorvoli necessari a realizzare, in tre anni, i complessi compiti che la attendono: dallo studio dell’atmosfera e della magnetosfera di Giove all’analisi delle sue lune – Ganimede, Europa e Callisto, che potrebbero ospitare immensi oceani d’acqua sotto la superficie ghiacciata – per analizzarne la potenziale abitabilità. JUICE indagherà anche le condizioni per la formazione dei pianeti e il funzionamento del sistema solare.
Dei dieci strumenti a bordo della missione, tre sono a guida italiana, realizzati dall’ASI in collaborazione con la comunità scientifica e l’industria nazionale, ossia:
- Radar for Icy Moon Exploration (RIME), il radar ottimizzato per penetrare la superficie ghiacciata dei satelliti galileiani fino alla profondità di 9 Km con una risoluzione verticale fino a 30 m;
- Jovis, Amorum ac Natorum Undique Scrutator (JANUS), una camera ottica che studierà la morfologia e i processi globali regionali e locali sulle lune del pianeta ed eseguirà la mappatura delle nubi di Giove;
- Gravity and Geophysics of Jupiter and the Galilean Moons (3GM), uno strumento di radioscienza realizzato in collaborazione con l’Agenzia spaziale israeliana, che indagherà il campo di gravità fino alla decima armonica di Ganimede e l’estensione degli oceani interni sulle lune ghiacciate.
A questi si aggiunge lo spettrometro MAJIS, realizzato sotto la guida della Francia sulla base di un accordo bilaterale tra l’ASI e l’agenzia spaziale francese CNES.
I quattro strumenti a partecipazione italiana vedono l’ampio coinvolgimento di enti e università del nostro Paese, quali l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), l’Università di Trento, l’Università Sapienza di Roma, l’Università di Roma Tre, la Fondazione Bruno Kessler (FBK), l’Università di Bologna, l’Università di Roma “Tor Vergata”, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), l’Università di Padova, il Politecnico di Milano, l’Università del Salento. Sul fronte industriale hanno contribuito in modo rilevante alla missione Thales Alenia Space e Leonardo.
“Siamo protagonisti anche di questa missione e l’ASI ha svolto come sempre il ruolo catalizzatore delle competenze e delle capacità scientifiche e industriali che il nostro settore spaziale sa offrire in campo internazionale. Il contributo dell’Italia sfiora circa il 50% dell’intero programma attraverso gli strumenti che abbiamo a bordo, che sono frutto anche di collaborazioni internazionali con altre agenzie europee, con quella Israeliana e con il centro JPL della NASA”, ha sottolineato Giorgio Saccoccia, presidente dell’ASI.
“L’INAF vanta un contributo fondamentale a bordo della missione, con la leadership in diversi strumenti scientifici come MAJIS e JANUS e un team di ricercatrici e ricercatori di prim’ordine. Siamo inoltre fieri del fatto che JUICE volerà verso il gigante gassoso con a bordo una placca commemorativa dedicata al nostro Galileo Galilei e al suo ‘Sidereus Nuncius’, il libro dove riportò le prime incredibili osservazioni di Giove e dei suoi satelliti realizzate con il cannocchiale”, ha concluso Marco Tavani, presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.