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Neutrini, conclusa l’operazione per potenziare il telescopio sottomarino ARCA dell’infrastruttura KM3Net

È stata completata con successo la complessa operazione marina per l’installazione di nuove strutture del rivelatore sottomarino di neutrini KM3Net, a largo del sito abissale di Capo Passero, nell’estrema punta sud-orientale della Sicilia.

Lo ha reso noto l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), uno dei maggiori enti impegnati nella collaborazione internazionale KM3Net – composta da più di 250 persone provenienti da quasi 60 istituti in tutto il mondo – con gruppi di ricerca attivi presso i Laboratori Nazionali del Sud e le Sezioni di Bari, Bologna, Catania, Genova, Napoli con il gruppo collegato di Salerno, e Roma, in collaborazione con le rispettive università.

La missione ha consentito di ampliare in modo significativo il telescopio sottomarino ARCA: lo strumento per la ricerca di neutrini cosmici fino a energie estreme che, assieme al telescopio sottomarino ORCA – dedicato allo studio dei meccanismi di oscillazione dei neutrini – costituisce il cuore del rivelatore KM3Net, un’infrastruttura di ricerca strategica, inserita nel Piano Nazionale Infrastrutture di Ricerca (PNIR) 2021-2027 del Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR).

Acronimo di Astroparticle Research with Cosmics in the Abyss, ARCA consiste in una rete di stringhe, dette linee di rivelazione, alte fino a 700 metri e ancorate al fondale marino, ciascuna delle quali equipaggiata con più di 500 rivelatori ultra-sensibili (fotomoltiplicatori) installati in 18 moduli ottici. Il sito di installazione è a 3.500 metri di profondità, a circa 80 chilometri dalla costa.

Grazie alla complessa operazione, che si è svolta a giugno nell’arco di due settimane, la dimensione dell’apparato sottomarino ARCA è più che raddoppiata, comprendendo ora 19 linee di rivelazione, equipaggiate in totale con più di 10.000 fotomoltiplicatori.

Il volume della strumentazione da installare era tale che è stato necessario effettuare le operazioni in due fasi: durante la prima fase sono state installate due junction box, le strutture sottomarine utilizzate per il collegamento delle linee di rivelazione e che permettono di comunicare con la stazione di controllo dell’apparato a riva, e 4 nuove linee di rivelazione. Nella seconda fase sono state installate 7 nuove linee di rivelazione.

Base di partenza per le operazioni, eseguite a bordo della nave Handin Tide della ditta Fugro, è stato il porto di Malta. Con la realizzazione di questa campagna si avvia verso il completamento IDMAR, progetto cofinanziato dalla Regione Sicilia nell’ambito del Po-Fesr 2014-2020, per il potenziamento delle infrastrutture di ricerca marittima in Sicilia.

“Il pieno successo di questa campagna”, ha sottolineato Giacomo Cuttone, ricercatore dei Laboratori Nazionali del Sud e responsabile nazionale di KM3NeT, “è un risultato fondamentale per IDMAR e dimostra che abbiamo pieno controllo sulle complesse operazioni marine necessarie per la realizzazione di KM3NeT”.

“Operazioni complesse come questa appena conclusa sono la dimostrazione del livello di precisione raggiunto nella costruzione delle strutture da installare nelle profondità marine e nella affidabilità delle operazioni di installazione”, ha commentato Paolo Piattelli, ricercatore dei Laboratori Nazionali del Sud dell’INFN e Operation Manager di KM3NeT/ARCA. “L’installazione di 7 linee di rivelazione in meno di 48 ore durante la seconda fase della campagna rappresenta un record di velocità che ci permette di programmare il proseguimento della costruzione dell’apparato in tempi compressi”, ha concluso il ricercatore.

Sito web di KM3Net

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