Si è svolto a Roma, presso la sede centrale del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) l’incontro di lancio dell’hub italiano dedicato alle Nature-based Solutions (NbS), realizzato nell’ambito del progetto europeo NetworkNature.
L’iniziativa è il frutto delle attività di sviluppo e diffusione sul tema portate avanti, negli anni, dal CNR assieme alle università e alle amministrazioni locali.
Il coordinamento dell’hub nazionale è affidato all’Istituto di Ricerca sugli ecosistemi terrestri del CNR. La sua funzione principale sarà quella di raccogliere e disseminare informazioni chiave in merito alle opportunità offerte dalle Nature-based Solutions. Con questa espressione, adottata dalla Commissione Europea, ci si riferisce in particolare alla gestione e all’uso sostenibile di proprietà e risorse naturali al fine di affrontare le grandi sfide ambientali, sociali, climatiche ed economiche che ci troviamo di fronte.
Innanzitutto, il polo italiano di NetworkNature collezionerà i bandi, le linee guida, le metriche, le normative, i quadri di riferimento e le strategie nazionali sul tema, per condividerle con le realtà del territorio. Al tempo stesso esso potrà fungere quale cassa di risonanza per le iniziative locali, assumendo il ruolo di punto di raccordo tra gli stakeholder nazionali coinvolti. Lo scopo finale è quello di promuovere la cooperazione locale, regionale e internazionale tra i portatori di interesse, favorendo lo sviluppo di nuove capacità e lo scambio di conoscenze chiave, in modo da facilitare la realizzazione di infrastrutture verdi e per la crescita blu, ottimizzando così le risorse legate alla sostenibilità ambientale.
“C’è davvero bisogno di strutture come questa – ha spiegato Chiara Baldacchini, professore associato presso l’Università degli Studi della Tuscia, parte del team di coordinamento del progetto – perché, nonostante l’alta partecipazione sia di enti di ricerca che di grandi città come Torino, Milano, Bologna e Palermo ai progetti finanziati dalla Commissione Europea sul tema, l’Italia ha ancora molto da fare rispetto all’inclusione del concetto di NbS all’interno delle politiche nazionali. Inoltre, il nostro territorio vanta peculiarità bioclimatiche e hotspot di biodiversità che non sono presenti in altre realtà nazionali e questo richiede lo sviluppo di nuova conoscenza, che ci permetta di individuare metodologie innovative e metriche specifiche per la valutazione dei benefici apportati dalle NbS che siano rappresentative del contesto italiano, per poter poi sviluppare le soluzioni per noi più efficaci, specialmente in un’ottica di mitigazione e resilienza rispetto ai cambiamenti climatici, ai quali il nostro territorio è particolarmente sensibile”, ha concluso la docente.