Con un evento di lancio organizzato presso Area Science Park è ufficialmente partita l’iniziativa Pathogen Readiness Platform for CERIC-ERIC Upgrade (PRP@CERIC), per la realizzazione di un’infrastruttura di ricerca altamente specializzata, a livello europeo, nello studio degli agenti patogeni di origine umana, animale e vegetale.
Coordinato da Area Science Park, il progetto coinvolge – in qualità di partner – il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) nonché le Università di Salerno, di Napoli e del Salento. PRP@CERIC si svolgerà nell’arco di 30 mesi e beneficerà di 41 milioni di euro stanziati nell’ambito della missione 4 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) gestita dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR).
Il progetto consentirà di potenziare l’infrastruttura di ricerca europea CERIC-ERIC attraverso l’implementazione di un ecosistema digitale aperto agli utenti accademici e industriali, specializzato nell’affrontare i patogeni emergenti con un potenziale impatto sulla salute umana, la sicurezza e l’economia.
In particolare, l’iniziativa punta a integrare strumentazioni e competenze nel campo della biologia, della biochimica, della fisica, della bio-elettronica, della bio-informatica nonché della scienza dei dati, per contrastare infine la diffusione di nuovi, potenziali focolai di malattie. Come ha dichiarato Caterina Petrillo, Presidente di Area Science Park: “L’integrazione di expertise differenti e la messa in rete di laboratori dislocati in diverse aree geografiche darà vita a un’infrastruttura unica in Europa che sarà al servizio del mondo della ricerca e dell’impresa, nazionale e internazionale”.
Le attività consisteranno sia nella realizzazione di nuove strutture che nell’aggiornamento di servizi già esistenti, interconnessi in una rete di piattaforme tematiche e macro-piattaforme interoperabili. PRP@ERIC sosterrà la ricerca fondamentale e applicata nel settore delle malattie infettive e delle scienze della vita anche attraverso lo sviluppo di strategie dedicate al trattamento e allo studio di campioni, nel rispetto del principio Do No Significant Harm (DNSH) fatto proprio dal PNRR, che prevede di non arrecare alcun danno significativo all’ambiente.