Un team internazionale di ricercatori e ricercatrici ha scoperto che il ferro non ha solo un ruolo fondamentale nella risposta immunitaria che ci protegge dai tumori, ma anche nei processi deviati che aiutano il cancro a progredire. Infatti, esso è coinvolto in molte reazioni metaboliche, tra cui quelle che avvengono all’interno dei mitocondri, le centrali energetiche delle cellule.
Il ferro è un elemento vitale per tutte le cellule dell’organismo, anche per le cosiddette cellule T regolatorie (Treg), quelle del sistema immunitario impegnate nella proliferazione tumorale che dipendono anche dalla quantità del minerale disponibile. L’interazione tra metabolismo e immunità è bidirezionale e la proliferazione delle Treg ha un impatto sui livelli di ferro circolante. Questo a sua volta può cambiare la composizione del microbiota intestinale che dipende dal ferro, favorendo la possibile crescita di batteri dannosi.
I risultati del lavoro, coordinato da ricercatori e ricercatrici dall’Università Sapienza di Roma e sostenuto dalla Fondazione AIRC, sono stati recentemente pubblicati sulla rivista JCI insight. Il gruppo di ricerca, guidato da Silvia Piconese del Dipartimento di Medicina traslazionale e di precisione della Sapienza, è arrivato a questa scoperta studiando in laboratorio un sistema sperimentale, dimostrando che, quando le Treg non possono captare il ferro, il minerale si accumula in circolo. I batteri che vivono nell’intestino sono molto affamati di ferro e se ce n’è troppo in circolazione, si può favorire la crescita di batteri dannosi.
“Il nostro lavoro ha rivelato che le Treg dipendono dalla disponibilità di ferro. Questo implica che potrebbe essere possibile influenzare le funzioni di queste cellule modificando i livelli di ferro, per esempio con la dieta o con farmaci specifici,” ha commentato Ilenia Pacella, prima autrice dell’articolo.